La Fiera di Santa Lucia ha origini antichissime, tanto che si può affermare che la tradizione di festeggiare la santa protettrice della vista inizia con la nascita stessa di San Giovanni in Marignano. Siamo intorno all'anno mille ed il territorio che oggi ospita la nostra cittadina non era altro che terra incolta, aspra, per la maggior parte paludosa. La storia raccontata e quella scritta ci descrivono, con l'ausilio di alcuni toponimi, il paesaggio che si presentava ai nostri primi antenati. La località "Laghetto" è così denominata proprio perché fino a due secoli orsono vi era effettivamente una raccolta d'acqua a carattere paludoso, senza sorgenti che l'alimentassero; la via "Mesoita" riprende un termine di origine greca che indica "la strada di mezzo", e infatti da un lato vie era ed è tuttora il fiume Conca, dall'altro la distesa acquitrinosa, quindi il toponimo "Mesoita" è riferito ad una strada che si snodava in mezzo all'acqua.

A bonificare questa pianura malsana ci pensarono i monaci benedettini di Ravenna i quali crearono in breve una zona fertile che fu, in seguito, occupata e lavorata da alcuni coraggiosi coloni. Questi, unitamente ai monaci, furono i pionieri che gettarono le fondamenta e costruirono le prime abitazioni di San Giovanni in Marignano. Da allora (1160 circa) la storia del nostro paese è strettamente legata a Ravenna, tanto che ancor oggi chi volesse compiere uno studio analitico sulla storia della città troverà la maggior parte della documentazione presso la Biblioteca Classense.

 

E furono proprio gli arcivescovi di Ravenna, che possedevano beni patrimoniali in Sicilia, a trapiantare nelle nostre zone la tradizione di festeggiare Santa Lucia, martire siracusana. Fino al 1805 si svolse in aperta campagna, nei pressi della chiesina di Santa Lucia al Moscolo, un antico edificio religioso ricordato già nel 1333, e solo in seguito ad un decreto napoleonico la si trasferì dentro o in prossimità delle mura castellane assumendo altri caratteri, oltre a quello prettamente religioso, denominandosi "fiera", ad indicare anche in aspetto economico che per secoli sarà di primaria importanza.

All'interno del castello di San Giovanni in Marignano la vita quotidiana era disciplinata in modo molto preciso. Le disposizioni erano trascritte negli statuti redatti da Pandolfo IV Malatesta alla fine del '400. Nella 49° rubrica di tale prezioso documento viene dichiarato festivo il giorno dedicato a Santa Lucia. Le origini quindi della Fiera sono antichissime e affascinanti da scoprire o immaginare, ma non meno suggestiva è la storia più recente della fiera, quella che va dagli inizi dell'800 fino ai primi anni del nostro secolo. La piazza cittadina si animava di mercanti, ma anche di compagnie teatrali girovaghe, saltimbanchi giocolieri, conduttori di bestie feroci, burattinai, cantastorie e poeti estemporanei. In tale occasione i contadini della bassa Romagna e delle vicine Marche, si rifornivano di pesce conservato (acciughe, arringhe, sardella, baccalà e stoccafisso) e dopo aver ascoltato le "zirudele" dei poeti romagnoli Pasqualon e Giustiniano Villa, venivano richiamati dalla parlantina dei ciarlatani che decantavano e spacciavano pomate portentose.

 

Una importante tradizione era quella di recarsi a teatro ad applaudire le comiche rappresentazioni della filodrammatica locale.
Singolare usanza, peraltro ancora praticata in diverse fiere e mercati, era quella che riguardava le contrattazioni di compravendita di bovini e suini, che si effettuavano con una vigorosa stretta di mano tra compratore, venditore e mediatore. Ad affare concluso tutti e tre si recavano nella vicina osteria "de piligren" a consumare la loro prima colazione a base di trippa, piada e sangiovese.

 

Per Santa Lucia venivano esposti oltre mille capi bovini che erano allineati su più file lungo il campo della fiera. Con le innovazioni tecnologiche nel campo dell'agricoltura la tradizione lentamente è scomparsa, ma sarebbe forse meglio dire cambiata. Infatti ancor oggi vengono esposti prodotti e macchinari utili a chi lavora la terra. Il bue è sostituito dal trattore, ma nelle livide giornate della Fiera di Santa Lucia è ancora possibile assaporare il buon odore dei campi umidi ed ammirare schiette strette di mano.

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