Universalmente la notte di San Giovanni è anche ritenuta la Notte delle Streghe che, in questo particolare momento astrale, si radunavano per espletare i loro sortilegi. Per difendersi dai loro influssi malefici si ricorreva a vari espedienti.
Prima di andare a coricarsi si ponevano dietro la porta di casa delle scope per far fuggire la strega. Essa infatti teme la scopa perchè vedendola è costretta a contare tutti i fili di saggina da cui è formata e, siccome la strega teme il giorno, le luci dell'alba sorprendendola la costringono a fuggire prima di essere riuscita a nuocere a qualcuno, avendo perso tutto il tempo a contare i fili di saggina.

Molti contadini invece inchiodavano sulla porta di casa il fiore dell'erba carlina che serviva per impedire il passo della strega, perchè questa vedendo il fiore era costretta a contare con assoluta certezza le migliaia di capolini che formano il seme. Come per le scope quindi, consumava la notte senza riuscirvi ed all'alba era obbligata a fuggire senza aver nuociuto.

Si credeva che le streghe uscissero dai loro nascondigli e si ponessero nei crocicchi delle vie, tanto che, chi voleva vederle, non aveva altro da fare che cercare in un crocicchio con una forca di fico sotto il mento e un catino d'acqua sotto i piedi. A mezzanotte le streghe sarebbero passate schiamazzando e urlando.

I più prudenti, sempre per proteggersi dalle streghe, si infilavano sotto gli abiti qualche erba di San Giovanni, dall'iperico alla lavanda, allo spicchio d'aglio da raccogliersi prima dell'alba. Per difendersi da funeste influenze si coglieva l'iperico dai fiori gialli da tenere sul corpo per tutta la notte, la verbena simbolo di pace e prosperità, il ribes i cui frutti rossi sono chiamati anche bacche di San Giovanni, l'artemisia. Tutte erbe dette di San Giovanni.

Esisterebbe anche un fiore misterioso, non registrato dai botanici, che avrebbe la virtù di rendere invisibile chi lo possiede, di difenderlo dagli incantesimi e di cacciare gli spiriti. E' il fiore di san Giovanni che crescerebbe dalla felce in quella magica notte d'estate. Ma occorreva raccoglierlo con un rito. A mezzanotte il fiore si apre lentamente illuminando tutto ciò che gli è vicino. Ma il demonio, che non ama la luce, ne stacca il gambo e se ne impadronisce. Chi desidera procurarselo deve recarsi nel bosco e sedersi accanto alla felce tracciando con un coltello un cerchio intorno ad essa ed un altro attorno a sé. Quando il diavolo si avvicina, chiamando con voce familiare, non bisogna dargli ascolto, né volgere capo, ma continuare a fissare la pianta.
Un'altra erba ritenuta magica era la vinca, utilizzata anch'essa per la preparazione di talismani vegetali.

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