La più antica notizia sulla chiesa di San Pietro è del 1348, ma è probabile che la sua prima edificazione sia contemporanea alla fondazione del nuovo castello (fine Duecento). Situata “quasi nel mezzo” del castello, fu oggetto di notevoli ristrutturazioni nel 1515, quando i monaci del monastero di S.Vitale di Ravenna, proprietari dell’edificio, si apprestarono a restaurare la primitiva chiesa che fu rifatta ” delle quattro parte le tre, et sgrandita un terzo di quella che era”; seguì l’aggiunta, nel 1534, di un campanile, opera di mastro Simone di Baldo. L’attuale costruzione risale però agli anni 1746-1754, allorché la chiesa fu completamente ricostruita su disegno del ravennate Domenico Barbiani.
Verso la metà del Settecento il monastero di San Vitale di Ravenna, che deteneva vasti possessi nel territorio si San Giovanni in Marignano, la cui gestione fu affidata ai monaci di San Pietro, la chiesa matrice del castello, aveva deciso di porre mano alla generale ristrutturazione ( o meglio ricostruzione) dell’edificio sacro.
Durante i lavori di demolizione della vetusta fabbrica, rimuovendo “una soglia da porta”, ci si trovò di fronte ad un “altare antico”, che interessò a tal punto il procuratore generale del monastero da richiedere dapprima all’architetto direttore dei lavori alcuni disegni che mostrassero la raffigurazione del reperto ed in seguito il trasporto dello stesso a Ravenna nella chiesa di San Vitale, dove venne collocato “in faccia all’altare maggiore”.
nella ricostruzione di San Pietro si utilizzarono anche i materiali di spoglio dell’antica pieve di Conca, compreso il fonte battesimale.
L’altar maggiore
Ordinato nell'aprile del 1754 allo scultore Domenico Toschini col bel ciborio di gusto "romanico"; e l'ancona in stucco, modellata l'anno prima da Pietro Martinetti in ornate forme rococò, per quanto riguarda l'architettura, e con una straordinaria raffinatezza plastica per quanto riguarda il pannarone e gli angioletti: di una grazia e di una naturalezza, di una semplicità e di una preziosità che li fanno apparire molto lontani (e assai più moderni) delle consimili composizioni bolognesi coeve. Al centro dell'ancona si trova un bel dipinto di Salvatore Monicillo raffigurante un miracolo di San Pietro: è una delle poche tele superstiti in Romagna – dove tuttavia aveva operato per diversi anni – di questo raro pittore siciliano.