Negli ultimi decenni del potere pontificio e nel primo decennio del nuovo Regno d’Italia, le idee mazziniane e poi garibaldine trovano anche a San Giovanni sostenitori convinti. È forte anche la partecipazione dei contadini ai moti agrari del 1913. Poi arrivano la prima guerra mondiale con i suoi caduti, il dopoguerra con la progressiva occupazione del potere da parte del fascismo e la seconda guerra mondiale che coinvolge direttamente San Giovanni, situato lungo la Linea Gotica.
Duro è il dopoguerra: San Giovanni è un paese ancora agricolo, la ricostruzione e la riparazione dei danni di guerra sono difficili, manca il lavoro. Come nel passato, riprende l’emigrazione, soprattutto verso Svizzera e Germania. La reale ripresa si ha solo negli anni Cinquanta quando comincia a svilupparsi il turismo balneare. Cessa l’emigrazione, il turismo stimola le attività artigianali. Nasce da questa nuova realtà e dallo spirito imprenditoriale la realizzazione, a partire dagli ultimi anni Sessanta, dell’area artigianale di San Giovanni, immediatamente a ridosso del casello autostradale della A14. Da paese che ha vissuto la sofferenza dell’emigrazione, San Giovanni diventa luogo di immigrazione grazie alla grande produzione artigianale soprattutto nei settori della moda e della cantieristica navale.